ACCESSO:
la cavità si apre in una posizione stupenda, sulla grande parete rocciosa che dalla Grotta delle Gallerie (290/420VG) si eleva fino all'altopiano di S.Lorenzo ed infatti, dal suo ingresso, è possibile ammirare un vastissimo e splendido panorama.
Per raggiungerla è opportuno osservare attentamente dal basso la posizione dell'imbocco, il quale altrimenti sarebbe difficilmente individuabile, data la complessa struttura del versante. L'accesso richiede molta prudenza soprattutto nell'ultimo tratto, costituito da una cengia ascendente, di fianco alla quale la parete strapiomba: è un breve percorso, ma la grande esposizione nel vuoto consiglia, per sicurezza, l'utilizzo di una corda non solo alle persone meno esperte.
DESCRIZIONE:
l'ingresso è rappresentato da un foro ovale, non molto ampio, dal quale inizia una galleria rettilinea, di modeste dimensioni, lungo la quale la volta è segnata da sinuosità e dalla corrosione; nella concavità del suo pavimento roccioso si notano scarsi depositi di terra, i quali aumentano gradatamente il loro spessore verso la parte terminale della grotta. Qui il suolo scoscende bruscamente in corrispondenza di un grande scavo, iniziato dal Battaglia e continuato in varie epoche da ricercatori privati; sopra di esso la volta si eleva in un alto camino inclinato. Sul fondo della fossa si apre, nella parete, uno stretto passaggio che è l'inizio di un breve salto, alla base del quale vi è un ultimo vano, dove è stata scaricata la terra di scarto dello scavo sopra citato.
La cavità è interessante non solo per il suo deposito preistorico, il quale ha fornito reperti analoghi a quelli della sottostante e più nota Grotta delle Gallerie, ma anche per un singolare adattamento subito dal suo ingresso: esso infatti ha una forma molto regolare, ovale, con l'asse inclinato di circa 45° e presenta sul lato orientale una serie di incavi, alcuni dei quali cilindrici, scavati nel calcare; dalla parete opposta si osservano invece tracce di intonaco di cocciopesto, che la patina del tempo confonde ormai con la roccia. Da questi segni, e da resti fittili trovati nella cavità, è stato possibile dedurre che la stessa fosse stata adibita, in epoca tardo romana, a postazione militare di vedetta, per la sua particolare posizione dominante e che l'imbocco sia stato munito di una solida porta, i cui cardini erano posti appunto negli incavi, tutt'oggi visibili. A suffragare tale ipotesi, si nota inoltre un piccolo rialzo del suolo con la superficie molto levigata, che richiama perciò l'immagine suggestiva delle scolte che qui sedute sorvegliavano il territorio circostante.