ACCESSO: La cavità si apre al alto di un sentiero CAI, al limite delle pareti delle Rose d'Inverno. DESCRIZIONE: questa modesta, ma interessante cavità si trova alla base di un costone roccioso con il quale l'altipiano di Basovizza comincia a digradare verso la piana di Zaule; la grotta si interna per pochi metri soltanto ed è chiusa da crostoni concrezionati e da argilla. Ancora nel 1924 il Battaglia aveva esaminato il terreno rimasto dopo gli scavi effettuati durante la prima guerra mondiale, ai quali si deve la distruzione degli strati superiori del giacimento preistorico, ma fu appena dopo il 1953 che la ricerca sistematica nell'esiguo deposito portò alla scoperta di numerosissimi resti di industria litica e di pochi altri manufatti d'osso. Le caratteristiche degli oggetti in selce sono analoghe a quelle degli elementi rinvenuti recentemente negli scavi della Grotta dei Ciclami (501/2433VG) e della Grotta Azzurra di Samatorza (34/257VG), attribuiti al periodo mesolitico. L'abbondanza degli scarti di lavorazione fa ritenere che la grotta abbia ospitato una vera e propria officina litica. Il suo nome deriva da una trincea scavata davanti all'imbocco, ora completamente colmata. Sulla volta della caverna, nella parte più interna, è stato notato un solco assimilabile ai "canali di volta" del Pasini. Detto solco inizia da uno stretto pertugio (non raggiunto e comunque non transitabile, a quanto è dato da vedere) posto nella parte più interna della cavità e termina in corrispondenza dell'abbassamento della volta che caratterizza la parte finale del vestibolo d'ingresso. Alla base della parete nella quale si apre la Cavernetta della Trincea si notano alcuni accenni di gallerie, strette e basse, la cui morfologia sarebbe interessante studiare in relazione al citato "canale di volta".