ACCESSO: l'ingresso della grotta, costituito da una stretta fenditura, si apre sul fondo di uno scavo rettangolare, nel Bosco Bazzoni. DESCRIZIONE: nel 1922 i Giovani Esploratori Italiani (G.E.I.) scoprirono e rilevarono questa grotta, che così prese il loro nome. Superato qualche metro malagevole, si sbocca in un pozzo cilindrico, fortemente incrostato, che scende perfettamente verticale. Alla base di questo si notano gli imbocchi di tre gallerie, una delle quali può esser raggiunta con una difficile arrampicata, mentre sotto alla stessa si apre la seconda caverna, quasi interamente invasa da una massa di detriti che scende da Ovest. Il ramo principale si sviluppa verso Est, con un salto che porta in un'ampia caverna. Da qui inizia una galleria ascendente, occupata da una lingua detritica che si risale per una ventina di metri incontrando un cunicolo che, dopo un breve allargamento, diviene intransitabile. All'epoca della sua scoperta la cavità doveva avere un aspetto diverso dall'attuale, in quanto le concrezioni adesso appaiono quasi ovunque gravemente danneggiate, o addirittura distrutte. Decisamente singolare l'enorme quantità di detriti a spigoli vivi e di piccole dimensioni penetrati alle due estremità della grotta da vani ignoti, forse un tempo in relazione con la superficie.