DESCRIZIONE STORICA: Lo scopritore e rivelatore di questa grotta — Marcelle Maroevich — ci da la seguente relazione : A m. 500 in direzione Sud della chiesetta di San Lorenzo, a soli m. 6 dal ciglione della sottostante Val Rosandra, si apre fra blocchi rocciosi, un foro angustissimo oltre il quale si riesce a passare con molta fatica. Questa fessura costituisce l'imboccatura d'una interessante cavità sotterranea, che s'apre ad una quota di m. 402 sopra il livello del mare. Il pozzo d'accesso, profondo m. 29 dalle pareti irregolari, ricoperte da numerose formazioni cristalline, scende leggermente inclinato e va allargandosi sempre più sino a raggiungere il fondo formato dal solito cono di detriti. Terminato il pozzo, una serie di belle gallerie e di piccole cavernette, ricche di cristalli e di bianchi panneggiamenti, s'addentra nella roccia in direzioni diverse. Attraverso un' apertura, sostenuta nel mezzo da una grossa colonna, si entra nella prima galleria, che è ricoperta totalmente di bellissime concrezioni cristalline e da candide stalatnmiti. La volta va gradatamente abbassandosi sino a raggiungere un fitto gruppo di bianche colonnine. Strisciando attraverso queste si arriva sopra un breve piano inclinato in una seconda cavernetta incrostata essa pure di lucenti formazioni. Con l'aiuto di una scaletta si scende oltre una fessura in un altro meandro dal quale si accede in altre nicchie. In una di queste, dove un breve tratto di roccia ci separa dalla parete della Val Rosandra la gamma dei colori è straordinaria. Le pareti sono attraversate da fascie di argilla rossa alternate con bianche striscie di fango cretaceo, mentre le stalattiti e le colonnine candide sono intrecciate dalle radici sanguigne delle piante esterne, che penetrano oltre le roccie fessurate. Questa galleria con uno sviluppo di ut. 35 segna la massima profondità della grotta che misura tn. 48. Ritornando al cono detritico, a destra si trova la seconda galleria. Si scende un piano inclinato di detriti, dopo pochi passi da un lato si trova una piccola nicchia, dove bianchissime formazioni si specchiano nell'acqua limpida d'una vaschetta. La galleria lunga m. 15 ha nel mezzo un gruppo di Stalammiti che s'innalza sopra blocchi caduti dalla volta, che un tempo dividevano la galleria in due parti, mentre ora di questo secondo piano non resta che una parte. Le pareti sono ricoperte di cristalli e fiori di roccia che si alternano con trasparenti cortine. Sotto l'ingresso della terza galleria s'interna una piccola caverna ricca di stalattiti. Per passare nella galleria bisogna attraversare una vera selva di colonne e dinanzi ai nostri occhi si presentano in tutta la loro bellezza le bianche pareti dove tutto è trasparente e lucente, il passaggio va subito restringendosi. Qui le pareti sembrano di marmo, ogni tanto s'innalzano dal suolo eleganti colonne bianchissime che si specchiano nei bacini d' acqua, contornati da rose cristalline. Si procede ancora oltre le formazioni più svariate fin dove le numerose colonne formano un piccolo tempio. Così si giunge nella caverna finale non meno bella delle altre in cui le concrezioni lucenti di colore rosso sono ricoperte di coralli bianchi, della trasparenza del vetro. Un breve pertugio costituisce la continuazione che è però impraticabile. Conviene perciò ritornare perché ancora una quarta galleria ci resta da esplorare. Dopo aver ripercorsi i m. 27 della terza galleria, si entra oltre un foro nell' ultima parte di questa grotta, che è la più ampia e la più grande. La volta sale rapidamente sino a raggiungere un'altezza di m. 11. Si risale un piano inclinato ricoperto da tozze stalammiti. Dalle pareti, di una tinta rossastra e ricoperte da uno strato argilloso, scendono delle cannuccie bianche che danno a questo ambiente una speciale bellezza. Sono poche le grotte che offrono ali' esploratore tanta varietà di struttura e di formazioni. Oltre a ciò questa grotta è interessante per il fatto che si trova vicinissima alla parete rocciosa che scende nella Val Rosandra, cosicché il pozzo corre per m. 20 parallelo alla parete esterna e le gallerie sottostanti si trovano a pochi metri sotto il livello del suolo. Questa grotta scoperta il 20 maggio 1920, l'esplorai la prima volta il 24 maggio 1920 e per il rilievo ritornai assieme alla Commissione grotte per altre sei volte, aggiungendo così alla serie delle grotte da noi studiate un nuovo gioiello carsico.
ACCESSO: lo strettissimo ingresso della grotta si apre in un affioramento roccioso a pochi metri dal ciglione della Val Rosandra, 500m in direzione Sud dalla chiesetta di San Lorenzo. DESCRIZIONE: questa grotta fu scoperta nel 1920 da Marcello Marovelli (Maroevich) ed allora era considerata una tra le più belle della zona. Il pozzo d'accesso presenta la non consueta particolarità di essere alquanto inclinato e porta in una caverna praticamente circolare nella quale si aprono quattro diramazioni, tutte un tempo riccamente concrezionate con colonne e stalagmiti di rara bellezza. Il ramo più esteso termina con una fessura in interstrato, (punto 8 del rilievo), di dimensioni troppo ridotte per consentire il passaggio. Circa 20m prima, un ramo laterale finisce con un piccolo bacino d'acqua, al di là del quale una strettoia impraticabile fa supporre la presenza di altri vani (punto 6). Va rilevato che la grotta si sviluppa vicinissima sia alla parete rocciosa del ciglione superiore della Val Rosandra, sia alla grotta Guido (1947/4667VG). Per vedere se le due cavità si collegano, nella Grotta di S.Lorenzo è stata eseguita una prova con dei fumogeni, messi nella strettoia in parete (punto 3 del rilievo) ed il fumo è stato visto uscire nella Grotta Guido. Alla strettoia fa seguito un piccolo pozzo impraticabile che potrebbe esser forzato. Nel 1991 il GTS ha eseguito il rilievo completo della cavità.