PRCS 219
PIGNATON DI GROPADA

Dati generali

Numero catasto REGIONE F.V.G. 219
Numero catasto 1- CATASTO STORICO VG 273
Area geografica CARSO TRIESTINO
Nazione ITALIA
Provincia TRIESTE
Comune Trieste
Dislivello 59 m
Sviluppo 41 m
Profondità 59 m
Num. ingressi 1
Pozzo di accesso
Pozzi interni
Artificiale/Naturale Naturale

Posizione primo ingresso

Quota 392 m
Profondità ingresso 41 m
Cartografia CTR 5000 110113
Nome cartografia CTR PADRICIANO
Cartografia 1:25000 IGM 53AINE
Nome cartografia IGM SAN DORLIGO
Lat. (WGS84) 45.6609
Long. (WGS84) 13.86304
Lat. gauss 5057024
Lon. gauss 2431433
Lat. eur50 45°39'42,4
Lon. eur50 13°51'50,4
Lat. igme 45°39'36,9
Lon. igme 01°24'39,1
Validità posizione fatta con GPS + targhettature

Rilievi

Tipo rilievo Gruppo Nome Gruppo Data rilievo Eseguito da
Aggiornamento Rilievo SAG COMMISSIONE GROTTE 'E.BOEGAN' 05-10-1969 ZORN ANGELO
Primo Rilievo SAG COMMISSIONE GROTTE 'E.BOEGAN' 05-10-1969 MARINI DARIO
Aggiornamento Posizione RIP RIPOSIZIONAMENTO REGIONALE 01-01-2000 MANZONI MARCO
Aggiornamento Rilievo SAG COMMISSIONE GROTTE 'E.BOEGAN' 01-01-2000 MIKOLIC UMBERTO

Pozzi interni

Profondo Ramo Nome ramo Progressivo
7.4 m 1 - 1
15 m 1 - 2

Altri nomi

POZZO PRESSO GROPADA, PIGNATON

Descrizione

DESCRIZIONE: tra il Monte Concusso e il basso rilievo del Monte Gaia si estende una zona quasi pianeggiante, racchiusa dall'isoipsa 390 e limitata a settentrione dal confine di Stato; in essa si vuole identificare il profilo di un antico solco vallivo e l'intensità del fenomeno carsico, spinto fino a rilevante profondità, ha attirato fin dal secolo scorso l'attenzione degli speleologi. Dalle ricerche compiute è derivata la scoperta di numerose importanti cavità, raccolte peraltro nei limiti dei calcari del Cretaceo, mentre ad oriente della strada che conduce a Sesana, la quale corrisponde all'incirca al contatto con l'orizzonte dello Spilecciano, la diffusione e lo sviluppo del carsismo hanno trovato condizioni nettamente meno favorevoli. In questa plaga di classiche esplorazioni e di appassionanti ricerche la prima cavità segnalata è stata l'imponente voragine situata alla falde del Monte Gaia, che per la vastità dell'imbocco è, assieme alla Grotta Noè (23/90VG) ed alla Grotta Cacciatori (202/97VG), una delle più suggestive del Carso triestino. Il baratro si apre sul piano di campagna ed ha una forma pressoché rettangolare; mentre le pareti NW sono costituite da compatte lavagne calcaree appena segnate da esigue cornici e piccoli aggetti, quelle NE e SE offrono qualche ripiano e delle brevi nicchie. Fino a venti metri dalla superficie l'inclinazione si scosta alquanto dalla verticalità su ogni lato e la cavità viene ad assumere una struttura svasata, con il fondo ben più esiguo dell'ingresso. Al livello dei detriti di fondo il fianco NE è rotto da un'alta fenditura, dalla quale si scende per una decina di metri in un vano angusto e reso pericoloso da blocchi di roccia e sassi incastrati ad ogni altezza; un fondo di pietrame chiude la cavità, ma la frattura si prolunga orizzontalmente per uno sviluppo non valutabile a causa della vicinanza e delle asperità delle pareti, minutamente incise da una diffusa erosione. Una sensibile corrente d'aria scaturisce dalla fessura nei punti dove questa è libera dai detriti e non è da escludere che al di là della parte impraticabile vi siano ambienti più spaziosi in relazione con vani profondi; va rilevato infatti che questo tratto è costituito dall'estremità della frattura a cui si deve l'origine della cavità. Grande interesse riveste l'abbondantissima flora che cresce lungo i fianchi del pozzo, rappresentata da una grande varietà di piante. Lo sviluppo dei muschi, che dalle pareti si estendono a coprire parte dei detriti del fondo, è davvero eccezionale e su ballatoi più alti si possono ammirare alcuni abeti. Nel 1995 alcuni soci della Commissione Grotte "Eugenio Boegan" hanno forzato la frattura che interessa verticalmente quasi tutta la parete orientale della cavità, ma dopo alcuni scavi, raggiunto uno slargo che ha permesso di scendere nella frattura per una dozzina di metri, questa torna a restringersi alle dimensioni di una spanna e risulta pertanto impraticabile. AGGIORNAMENTO: Nel 1994 la cavità è stata oggetto di una intensa campagna di scavi finalizzata a forzare la fessura finale. L’originale pozzo in frana è stato completamente riempito di detriti. Al suo posto si può ora visitare un corridoio, che conduce superata una fessura ad un pozzo interno di 15 metri stretto ed eroso; oltrepassandolo sulla volta si arriva in una piccola sala di 1,5 m X 3 m.

Note

1) GROTTA AD ANDAMENTO VERTICALE
1) RILIEVO IN COMPUTER
2) PROSECUZIONI INACCESSIBILI
2) GROTTA FOSSILE
3) SEGNALATA ALLA REGIONE PER FUTURA TUTELA
4) POSIZIONE ESEGUITA CON GPS DIFFERENZIALE
5) CAVITA' FACENTE PARTE DEL SECONDO GRUPPO DI GROTTE RIPOSIZIONATE SU CTR 1:5000 CON GPS (2000)

 

Rilievi

Immagini