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DESCRIZIONE: dopo esser stata per lunghissimo tempo meta delle visite di escursionisti e gitanti, la Grotta del Bosco di Pini di Basovizza venne ostruita in seguito allo scarico di materiale di riporto e rifiuti. Soltanto per la lodevole iniziativa di un gruppo speleologico che si adoperò per molte giornate alla sua disostruzione, essa è oggi nuovamente accessibile, anche se la precarietà del puntellamento esistente all'imbocco fa temere a breve una nuova ostruzione. La grotta si sviluppa con gallerie fortemente concrezionate, lungo le quali si incontrano vari tratti malagevoli per le ridotte dimensioni, ma in definitiva la visita non richiede un'attrezzatura particolare, nè grande esperienza: gli unici due salti verticali si trovano nella parte terminale, che può essere trascurata dal visitatore meno esigente. Qui si notano tuttavia alcuni particolari morfologici del massimo interesse, tra i quali un meandro altissimo e caratteristico, indubbiamente uno dei meglio conservati tra quelli visibili nelle grotte del Carso. Le concrezioni minori sono da tempo distrutte, ma restano comunque numerose formazioni calcitiche di grande mole, colate a panneggi e parecchi bacini d'acqua, che contribuiscono a rendere la grotta molto attraente e godibile, data anche la sua facile percorribilità. Qualche cautela richiede una breve traversata ascendente, resa comunque agevole da varie tacche di gradini scavati nella calcite in epoca imprecisata. AGGIORNAMENTO DEL 1989: durante una visita, nell'agosto 1989, si è voluto arricchire il rilievo disegnando alcuni rami in parte aperti con lavori di scavo. Lungo la china iniziale si apre un cunicolo laterale di 14m terminante con un camino occluso da massi. Nell'angolo SE della Caverna delle Tacche si estende un cunicolo lungo una decina di metri e molto fangoso. Nel punto più depresso della grotta si sviluppa una bassa galleria di 12m, terminante con un laghetto ed una fessura impenetrabile. NOTA: cavità pulita dal Gruppo Speleologico San Giusto