DESCRIZIONE 1178/4163VG:
l'attuale ingresso della cavità si apre al margine di una zona prativa, in uno scoscendimento imbutiforme del terreno; un tempo la grotta comunicava con la superficie anche tramite alcuni cunicoli, ora ostruiti.
Da una grande caverna centrale si dipartono numerosi cunicoli e alcune caverne secondarie intercalate da tre pozzi che portano alla profondità massima di 51m.
Un tempo la grotta era certamente unita alla Caverna Tripoli (93/241VG), alla Grotta a Nord di S.Croce (1162/4114) e alla Grotta del Prato (1180/4135VG), situate a brevissima distanza, formando un esteso sistema sotterraneo.
Nel 1962, durante le operazioni di rilievo, sul suolo pianeggiante della caverna principale furono trovati frammenti di ceramica, denti umani e diverse ossa in parte concrezionate e quindi venne organizzata una ricerca sistematica, mentre la Soprintendenza ai Monumenti ed alle Antichità, immediatamente avvertita, inviava uno specialista per coordinare i lavori. Furono così riportati alla luce altri reperti che, esaminati dagli studiosi, permisero di trarre interessanti conclusioni.
Di particolare importanza sono le ossa di un bambino tra i 7 ed i 9 anni, il cui corpo era stato collocato in un grande dolio e che è stato interamente ricostruito con i frammenti raccolti. Altri resti fittili appartenenti ad un grande piatto e ad una pentola sono stati rinvenuti in ambienti laterali, mentre altri scavi hanno portato al ritrovamento di varie ossa appartenenti al leone ed all'orso delle caverne.
La presenza di tracce di un focolare fa supporre che la grotta è stata un tempo abitata dall'uomo, per essere quindi usata come luogo di sepoltura, in un'epoca corrispondente al periodo del bronzo antico.
L'attuale struttura della grotta è indubbiamente ben diversa da quella originale e nel corso dei millenni essa è stata soggetta a profondi mutamenti, dovuti ad afflussi di acque, fenomeni di crollo e di riempimento ed è pertanto ben difficile ricostruire la cronologia delle vicende in essa succedutesi.