DESRIZIONE STORICA: A mano destra della strada che dal villaggio di Padriciano conduce a Gropada, poco prima di giungere in quest' ultimo villaggio, si trova, in prossimità della stessa una grande vallecola, il cui fondo è terreno coltivato, la quale, per quel tratto che la strada la fiancheggia, è difesa da un muricciulo. Quasi nella parte più depressa di questa vallecola, il giorno 2 febbraio 1894, trovammo un foro della larghezza massima di 15 cent. apertosi casualmente. In quel tempo, si fecero dei tentativi, per indagare, se eventualmente questo foro conducesse a spazi cavernosi, allargandolo a circa 25 cent. di diametro, ma pensando che si sarebbe andati incontro a grandi spese si sospese in quel tempo la continuazione di tale lavoro. Si fu appena nel giorno 11 aprile 1898 che esaminatolo nuovamente, decidemmo allargare la sua bocca per mezzo di alcune mine. Con questo mezzo ci riuscì ottenere una apertura di circa 60 cent. di diametro, e con nostra meraviglia vedemmo che quello era l'orifizio di un pozzo, che scandagliato, misurava una profondità di 47 m. L'esplorazione del pozzo venne eseguita subito, e si constatò esser esso largo costantemente 5 m. nella direzione da S O—N E, mentre alla normale di questa di poco inferiore a 1 m. Al fondo, con una fessura impraticabile, il pozzo poneva termine. Quello che più ci riuscì d'incomprensibile e strano si fu il rinvenimento di un cane vivo nel fondo del pozzo! Che sia caduto dall'esterno per ben 47 m., senza alcuna ferita, sarebbe difficile il presumerlo; più probabile è che possa esser pervenuto al fondo del pozzo per qualche altra via sotterranea, passando poi per quella fessura impraticabile da noi scorta. È avvalorata questa ipotesi inoltre dalla temperatura molto bassa rilevata al fondo del pozzo in causa appunto di una iorte corrente d aria.
ACCESSO: l'ingresso dela grotta, ora chiuso e nemmeno più visibile, si apriva sul fianco meridionale di un'ampia dolina coltivata, posta a destra della strada che da Padriciano porta a Gropada, subito prima della prima casa del paese. DESCRIZIONE: la cavità è nota soprattutto per il fatto singolare verificatosi nel corso della prima esplorazione. Al momento della scoperta l'ingresso era costituito da un foro impraticabile che venne allargato con alcune mine: nella discesa effettuata subito dopo si ebbe la sorpresa di trovare sul fondo un cane vivo, probabilmente giunto da un passaggio, impraticabile dall'uomo, esistente a livello dei detriti, che portava a qualche altro imbocco. Attorno al 1939 vennero scaricate nella grotta le pietre di un muro a secco che divideva due proprietà, colmando il pozzo fino alla profondità di circa venti metri, mentre nel periodo bellico l'ingresso fu ostruito, forse per occultare le salme di alcuni infoibati. Nel 1958 il Gruppo Escursionisti Speleologi Triestini (GEST) iniziò lo svuotamento del pozzo, rinvenendo qualche resto umano. Sul fianco del pozzo, poi, gli speleologi del GEST aprirono una fessura alta un paio di metri e larga, nel punto massimo raggiunto, una trentina di centimetri, che porta ad una cameretta sormontata da un piccolo camino e forata al suolo da un paio di pozzetti non discesi.