PRCS 906
ABISSO DI RUPINGRANDE Stampa 

Dati generali

Numero catasto REGIONE F.V.G.
906
Numero catasto 1- CATASTO STORICO VG
4035
Area geografica
CARSO TRIESTINO
Nazione
ITALIA
Provincia
TRIESTE
Comune
Monrupino / Repentabor
Dislivello
112 m
Sviluppo
118 m
Profondità
112 m
Num. ingressi
1
Pozzo di accesso
Pozzi interni
Artificiale/Naturale
Naturale

Descrizione

DESCRIZIONE: l'imbocco dell'abisso fu scoperto da alcuni operai nel luglio del 1957, durante lo scavo per la posa di una conduttura nel paese di Rupingrande. Nel corso della prima esplorazione gli speleologi della Commissione Grotte rilevarono una successione di pozzi, intervallati da brevi ripiani, nei quali riscontrarono una notevole attività idrica costituita da intensi ruscellamenti lungo le pareti, formate da calcare compatto e nerastro, profondamente scanalate, e descrissero alcune piccole marmitte situate nei pressi del fondo dell'abisso, il quale terminava con una fenditura orizzontale. Immediatamente dopo l'esplorazione, nella cavità fu collocato lo scarico della casa adiacente e l'imbocco è stato protetto da un chiusino. Nel 1983, la grotta venne esplorata in un giorno di pioggia. I pozzi erano tutti percorsi da cascate d'acqua, la quale entrava sia da un canale esterno che scorre in mezzo al paese, che da un camino, il quale sbuca sul secondo pozzo. Sul pozzo finale venne esplorata una nuova cavernetta, riccamente concrezionata, e un pozzo laterale che si ricollega, a 9,5m dal fondo, a quello principale. L'intensa attività idrica non permise però di esplorare la condottina finale. Nel 1987 l'abisso fu nuovamente esplorato e con un breve pendolo venne raggiunta una finestra che si apre nella parete dell'ultimo pozzo: da qui ci si deve innalzare in un tortuoso passaggio e si giunge così in un cunicolo dal pavimento coperto da un velo d'acqua. Superato il cunicolo ci si trova alla base di una risalita e quindi, attraversato un basso meandrino, si giunge in una caverna nella quale è stata effettuata una seconda arrampicata, individuata grazie ad un intenso stillicidio che durante periodi piovosi si trasforma in una cascatella. Si giunge così in una cavernetta nella quale si apre una strettoia orizzontale che però diventa impraticabile a causa di una colata calcitica che, pur riducendone la sezione, lascia comunque intravedere un cunicolo che prosegue, dal quale proviene una corrente d'aria continua. Sulla volta dell'ultima caverna ,dal lato opposto dell'arrampicata, un'ulteriore risalita potrebbe portare ad altre prosecuzioni, ma la spessa pellicola di fango che ricopre le pareti rende difficile quest'impresa.

Note

1) GROTTA AD ANDAMENTO ORIZZONTALE E VERTICALE
1) PROSECUZIONI POSSIBILI
2) GROTTA FOSSILE / ATTIVA
2) RILIEVO COMPLETO
3) ESPLORAZIONE COMPLETA
4) SEGNALATA ALLA REGIONE PER FUTURA TUTELA
5) CHIUSA SENZA CHIAVI
6) INQUINATA

Pozzi

Ramo Nome ramo Profondità (m)
1 - 14
1 - 5
1 - 30
1 - 26
1 - 4
1 - 8
1 - 7
1 - 12.5

Rilievi

Bibliografia

GHERLIZZA F., 1983, - 100 Gruppo Grotte del C.A.T. ed., Trieste 1983: 1-208
LONGO F., 1988, L'abisso di Rupingrande VG 4035. La Nostra Speleologia, num. unico 1987-1988:27-30
AMBROSO M., VIEZZOLI F., 1993, L'inquinamento nelle cavità dell'altipiano carsico. Annali AXXXO, 8: 41-45
MARINI D., 1961, Le cavita' inedite del Catasto speleologico della Venezia Giulia. Rassegna Speleologica It., 13 (4): 176-189
CORAZZI R., 1996, Scene della lunga stagione. Annali AXXXO, 9: 48-55

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