DESCRIZIONE STORICA
Una nuova Grotta.- Il Cittadino n.65 (16 marzo 1878)
Non lungi da Cabillaglava nel distretto di S. Daniele del Carso (4 ore circa da Trieste), venne or ora scoperta una nuova caverna, che offre parecchie particolarità interessanti. Mercè le cure e la gentilezza del pretore sig. Giuseppe Fabiani, cui devono essere rese le più sentite grazie, fu possibile 1'accesso alla grotta ad una commissione recatasi alcuni giorni fa a visitarla. Per discendere nella grotta, che porta il nome di Jelenze Jama (grotta dei cervi), è necessario farsi calare per mezzo di una corda, per una spaccatura verticale in forma di camino, che misura la profondità di ben 38 metri. Durante l'aerea discesa ci svolazzano intorno continuamente stormi di colombi, che scappano impauriti dai loro nascondigli. Circa a mezza via il camino si allarga improvvisamente, e noi ci troviamo sospesi nel vano di un tenebroso baratro, cui una fioca luce piove dall' apertura superiore. Giunti al fondo, si apre verso N. 0. un'ampia caverna, che prolungarsi per 160 metri nel cavo del monte. La grandiosità di tal antro ci fa tosto dimenticare tutte le difficoltà superate. Mentre si discende per un dolce declivio per altri 21 metri, le pareti si allargano sempre più presentandoci 1' aspetto dell'interno d'un tempio colossale, sostenuto da una miriade di colonne dalle forme le più vaghe, le più capricciose. Bellissime stalattiti e stalagmiti si aggruppano in varie foggie graziosissime di fintane zampillanti, di cascate, di tempietti, di piramidi, ecc. Di effetto veramente magico si è 1'aspetto del fondo della grotta, ove immensi I coltrinaggi candidissimi scendono giù dalle pareti in un'incantevole ricchezza di pieghe, mentre dalla volta pendono migliaia di luccicanti stalattiti. Però più che per la sua bellezza e vastità, la grotta offre un interesse speciale pel paletnologo, inquantochè in essa furono trovati oltre a due magnifiche teste di cervo pietrificate con corna quasi illese, resti non dubbi di antichissima industria umana, quali due aghi d'osso e dei cocci a grana molto rudi, quali appunto riscontransi nei frammenti, che rinvengonsi ne' nostri castellieri preistorici. Che questi oggetti non siano giunti lì per caso, ce lo dimostrano i pezzi di carbone e la cenere trovati dappresso, nonché un muricciuolo, che forse serviva di sostegno. E' probabile che la grotta avesse anticamente un altro ingresso più comodo e servisse di abitazione a quelle remotissime genti. Noteremo che a poca distanza da questa grotta furono pure rinvenuti avanzi celtici, cioè una vaghissima cista di bronzo, simile a quelle che si scoprirono in copia nel!' Emilia e specialmente nella necropoli di Marzabetto, contenenti resti d' ossa bruciate, due fibule, un anello ed altri piccoli oggetti tutti di bronzo. Non dubitiamo punto che ulteriori ricerche potranno fornirci interessanti risultati, dappoiché per S. Daniele passava probabilmente quella strada romana che dal ponte di Ronchi metteva capo all'Are Postumie.
1) arheološko najdišče |
2) TTN-5 |
E.V. Bertarelli - E.Boegan 1926, 2000 grotte p. 128 |
Società Alpina delle Giulie, 1921, Alpi Giulie - Anno XXIII |