PRCS 7941
Grotte di S.Canziano Stampa 

Dati generali

Numero catasto 3 - SLOVENIA
735
Numero catasto 1- CATASTO STORICO VG
112
Area geografica
CARSO SLOVENO
Nazione
SLOVENIA
Comune
Sezana
Località
Naklo
Dislivello
250 m
Sviluppo spaziale
6310 m
Profondità
250 m
Num. ingressi
1
Pozzo di accesso
Pozzi interni
Artificiale/Naturale
Naturale

Altri nomi

Škocjanske jame

Descrizione

Le Grotte di S. Canziano costituiscono, con quelle di Postumia, le due maggiori meraviglie del Carso. Le due grotte sono di natura completamente diversa: Postumia è il più grandioso ed elegante insieme di concrezioni d'ogni tipo che si possa vedere al mondo, S. Canziano è il più spettacoloso seguito di caverne, di cui le principali bellezze sono le proporzioni enormi degli ambienti, i precipizi, le acque scroscianti, tutto in misura altrove sconosciuta. Sotto un certo aspetto, S. Canziano è più straordinario di Postumia, nel senso che vi sono grotte a concrezioni che senza raggiungere l'immensità e la ricchezza di quelle di Postumia, sono tuttavia tali da poter dare una impressione più ridotta ma non molto diversa (ad es., nel Carso stesso, le Grotte Gigante, Sotto Corona, di Corgnale), mentre nessuna fra le grotte di erosione si avvicina neppur lontanamente all'imponenza di S. Canziano. Il primo sentiero per scendere sulla cresta che divide le due doline ove si aprono le grotte, si deve al Tominz, « consigliere forese» di Sesana (1823). La serie delle esplorazioni fu iniziata da G. Svettina (1840), proseguita da Adolfo Schmidl e Giov. Rudolf (1851), ripresa e compiuta coraggiosamente nel 1883 da Antonio Hanke, Giuseppe Marinitsch, Fed. Miiller. Il Club Alpino Tedesco - Austriaco con grande tenacia compì lavori per la messa in valore delle grotte, scavando in roccia sentieri e scalinate. Nel 1922 le grotte divennero proprietà della S. A. G. La figura ne riproduce la pianta con i nuovi nomi sostituiti agli antichi. Il Timavo dopo un corso subaereo di 47 km., sprofonda in una gola di erosione che mette capo ad una grande dolina (Piccola Voragine), attraversa la parete divisoria fra questa e un' altra maggiore (Grande Voragine) diametro complessivo delle due, 400 m.), poi entra in una grande galleria che termina, nella sua parte accessibile, al Lago Morto, per risorgere 34 km. più lontano, a S. Giovanni di Duino, da dove, dopo 2 km. di corso nuovamente subaereo, sfocia in mare. Fra le cavità più interessanti di queste Grotte, oltre le due Voragini (che si ritiene fossero due immense caverne le cui volte, ora crollate, poggiavano sulla cresta che ancora si vede e in cui si aprono il Portale Italia e il Forame dei gorghi, vanno ricordate la Grotta Preistorica, braccio sotterraneo abbandonato dall'acqua, ove furono fatte scoperte interessantissime di resti preistorici, la Grotta Michelangelo, che si sviluppa per C. 400 m., di sorprendente bellezza per la sua grandiosità e per i riflessi e i contrasti di luce, la Grotta del Silenzio (525 m.), serie eli belle caverne ricche di magnifiche concrezioni, fra le quali predominano le stalammiti a' forma di piramide, alte da 8 a 10 m. nella sala maggiore (In. II8 X 35; alt. 25), mentre le caverne più piccole sono graziosissime per la quantità e l'eleganza delle formazioni strane e capricciose e per alcuni caratteristici bacini d'acqua. Le altre caverne sono in vece povere di concrezioni, perchè l'enorme lavorio di dissolvimento della roccia calcare compiuto dall'acqua e le periodiche piene impediscono il lento processo di cristallizzazione.

In compenso esse danno l'impressione del vero orrido: immani pareti, precipizi e strapiombi ad ogni passo, quasi sempre l'impossibilità di percepire e calcolare la vastità degli ambienti, con ai piedi il fiume che rugge furioso nel suo letto ingombro di blocchi caduti dall'alto. La sala più vasta è la Caverna' Federico Muller, che ha un'altezza e una larghezza di 90 m. e dove il fiume forma un lago largo 45 m. Da questa, passando per un seguito di canali e di caverne, si giunge alla Caverna M arte l, verso la parte estrema e più interna delle grotte, accessibile soltanto ad acque molto basse. Tra la Caverna Martel e la successiva Caverna Marchesetti vi è un sifone che fu raramente passato; un altro sifone, inaccessibile, esiste fra la Caverna Marchesetti e il Lago Morto, con cui terminano per ora le Grotte e che si può facilmente raggiungere da una caverna laterale. Il Lago Morto ha avuto questo nome per l'immobilità delle sue acque: esso è ingombro di legname tra cui un grande trave squadrato. Sono allo studio diversi progetti per rendere più facilmente accessibili le Grotte ai visitatori; tra gli altri, uno che congiungerebbe mediante una galleria di c. 80 m. un braccio interno delle Grotte con una grande dolina, nella quale si potrebbe discendere per carrozzabile. Un altro progetto prevede la costruzione di un ascensore nella Grande Voragine.

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Note

1) PRESENZA DI UNO O PIU' SIFONI
2) CORSI D'ACQUA PERMANENTI
3) GROTTA AD ANDAMENTO ORIZZONTALE E VERTICALE
4) INGHIOTTITOIO RISORGIVA
5) TURISTICA
6) GROTTA DI INTERESSE ARCHEOLOGICO

Rilievi

Bibliografia

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