ACCESSO Si prende la strada che dal deposito di roulotte situato sul quadrivio fra la 202 e Villa Carsia (Stazione WWF di Villa Opicina) porta al Santuario di Monte Grisa. Percorsa questa strada asfaltata per 500m, si giunge ad un quadrivio. Qui si prende lo sterrato che sale in direzione ESE e, dopo 250m di salita, si giunge al punto in cui questo oltrepassa un vecchio muro a secco. Da qui si prosegue per una cinquantina di metri sulla sinistra, addentrandosi nella boscaglia, in direzione SE. L’ingresso si trova in una pineta con prevalenza di piante ad alto fusto; il terreno circostante è in leggera pendenza. DESCRIZIONE La cavità è impostata prevalentemente lungo una frattura che si sviluppa in direzione WSW-ESE. L’ingresso dà accesso ad una piccola sala lunga 8m ed alta 5m, caratterizzata da colate e da notevoli drappeggi parietali. Sul lato N, tra massi di crollo, s’apre uno stretto cunicolo discendente. Nell’ambiente sottostante (punto 8 del rilievo) si notano enormi colonne spezzate e caoticamente sparse al suolo. A questo livello il concrezionamento si fa molto più intenso e lo stillicidio più abbondante. La grotta prosegue con una sala (punti 10-13 del rilievo) di notevoli dimensioni (18m di lunghezza e 8m di altezza), riccamente concrezionata e tutta annerita dal fumo delle vecchie locomotive a carbone che percorrevano la galleria sottostante. Anche in questa sala, sul suo lato N, il movimento della frattura ha fatto crollare un’enorme quantità di formazioni stalagmitiche e stalattitiche, ricoprendo il pavimento di monconi. Nella stessa area si possono osservare delle profonde crepe nel crostello stalagmitico. Per proseguire è necessario superare una strettoia (punto 17 del rilievo) oltre la quale si giunge all’imbocco di un P7 che porta alla saletta più bella della grotta. Da qui, attraverso una serie di strettoie fangose, si giunge nella caverna principale (lunga 34m). Da questo punto si ha la possibilità di accedere a diversi ambienti: il meandro (punti 34-40), caratterizzato sempre da un abbondante stillicidio, la galleria ascendente (punti 44-46 del rilievo) piena di esili cannelli, il livello basso (punti 30-35 del rilievo) o la via del fondo (punti 27-29 del rilievo) dove esiste una serie di stretti cunicoli ostruiti da materiali di riempimento. Durante l’esplorazione di questa cavità si è scoperto che l’uomo vi abitava fin dagli inizi del secolo; in quei tempi, però, per accedere a questi ambienti utilizzavano lo scavo della galleria ferroviaria. Tutto il materiale di scavo è stato sistemato con ordine dagli operai, costruendo all’interno della cavità un muraglione e dei muri divisori. Levando alcune pietre del muraglione e seguendo una sorta di percorso inverso, gli esploratori sono giunti al paranco con il quale gli operai avevano issato tutto il materiale che attualmente si trova nella cavità. Oltrepassati alcuni muretti, la cavità continua in due direzioni. Da un lato si sviluppa un cunicolo argilloso (punti 57-84 del rilievo) nel quale sono stati trovati dei minerali (ora in corso di analisi) mentre dall’altro si giunge alla base di un camino (punti 67-74 del rilievo); questo è stato interamente scalato ma non ha portato ad alcuna prosecuzione. La cavità originariamente doveva avere una profondità maggiore, rilevabile dai piani costruttivi che le Ferrovie dello Stato hanno fornito. Purtroppo, nella fase costruttiva, questi vani profondi sono stati riempiti con materiali provenienti dagli scavi effettuati con mine. NOTA Non esiste alcuna possibilità di accedere alla galleria ferroviaria provenendo dalla cavità.