ACCESSO
Si tratta di un largo baratro, allungato e poco profondo, circondato da rocce dirupate, al quale si scende da N, lungo un solco che va a sboccare nella depressione attraverso un portale formato da grandi blocchi. Dagli altri lati l'accesso risulta difficile, salvo da quello SW che è possibile però solo per un passaggio obbligato in una sorta di labirinto tra affioramenti calcarei.
DESCRIZIONE
Il fondo del baratro, o dolina di crollo, è in parte occupato da massi di grandi proporzioni; le pareti E ed W hanno, alla base, due brevi rientranze, oggetto negli anni '80 di uno scavo da parte del Gruppo Ricerche di Paleontologia Umana della Associazione XXX Ottobre.
NOTE
Nel riparo E sono stati trovati, a 20 cm di profondità, alcuni frammenti di cranio umano e una emimandibola destra con tre denti (due molari ed un premolare) appartenenti ad un individuo giovane. Lo stesso livello ha dato vari frammenti di ceramica lavorata al tornio. Negli strati sottostanti erano presenti cocci dell'età dei Castellieri e dell'Eneolitico, una lama ed una punta di freccia in selce. A maggior profondità sono stati raccolti una falange d'orso e valve di frutti di mare (monodonte, patelle e conus).
Nel riparo W è stato fatto solo un piccolo assaggio fino a 50cm di profondità, rinvenendo una moneta ungherese datata 1550 ed alcuni frammenti di embrici romani. Il 23-11-1985 è stato fatto un altro scavo nel quale sono state trovate altre tre monete: una romana e due datate 1736.
La presenza di resti archeologici va messa in relazione con il Castelliere di Slivia, distante appena 250m, e della vicinissima Russa Spila (o Rauberloch, Caverna dei Ladroni -152/301VG-), grotta preistorica quasi interamente distrutta da una cava di pietra.