Si apre in crepacci rocciosi di calcare radiolitico principale, con una slabbratura di m. 8 x 1.50, donde si intravvede un piano inclinato che scende verso O per c. 7-10 m. Venne esplorata da A. Hoffmann nel 1892 e dal confronto con i dati di allora si deduce che in 30 anni i detriti alzarono il fondo di 1 a 2 m. Il piano inclinato, dopo una ripida salita di 5 m. verso E, finisce cieco; verso la parte opposta, invece, dopo 9 m. di discesa piega bruscamente per c. 2 m. verso SO mentre la vòlta s'abbassa e le pareti si restringono rendendo il passaggio difficile. Allontanati i sassi che più ingombrano e immobilizzati quelli che potrebbero precipitare, si entra in una spaziosa caverna lunga 24 m. , larga 9-50, della massima altezza di 12. Le pareti sono coperte di concrezioni spugnose biancastre, con qua e là alcuni bei gruppi di stalammiti e stalattiti tra cui endono numerosi pipistrelli. Questa sala, come la slabbratura stessa, segue una linea di divisione che coincide Con quella delle alture circostanti. L' Hoffmann scrisse che il mezzo della sala era coperto di una sostanza nera, di rifiuti d'animali; vi si trovavano intere mascelle di Bos e Ovis; teschi di Canis vulpes e Sus. Vi erano pure tracce limane, e resti di urne romane (?) si trovavano nelle nicchie. In una di queste ultime vi erano pezzi d'una cassa di legno in parte coperta dalla terra e ben conservata. L'esattezza di queste asserzioni dell'Hoffmann non è stata provata. Piegando a SSO, lungo la parete opposta all'entrata, una stretta apertura costringe a strisciare attraverso un passaggio disagevole che conduce in una bassissima nicchia, la quale, a sua volta, si biforca in due rami. Il primo, di fronte, con forte pendenza, attraverso un'apertura di m. 1.20 x 0.70, passa in una sala di 7 m. di larghezza per 5 di altezza. Eleganti stalattiti e stalammiti ornano le lucenti pareti che fanno contrasto con il corridoio basso, nerastro e coperto d'ossa d'animali. Il secondo ramo mette a contatto con una serie di meandri rivestiti di concrezioni fantastiche. Ad un certo punto l'inclinazione (SN) corrisponde perfettamente a quella degli strati della vicina caverna 264 e forma un angolo di 135° con l'asse della slabbratura d'ingresso. Anche in questi meandri si rinvennero dal Battelini, ricoperte da concrezioni, molte ossa d'animali. Vi furono anche trovati il Titanethes Albus ed il Niphargus Puteanus, descritti dal Prof. Blasig in Alpi Giulie, XV, roro, N. 2, pag. 34.
L.V.BERTARELLI - E.BOEGAN - 1926, 2000 GROTTE Pag. 286 |