PRCS 184
GROTTA SOPRA LE SORGENTI DI AURISINA Stampa 

Dati generali

Numero catasto REGIONE F.V.G.
184
Numero catasto 1- CATASTO STORICO VG
347
Area geografica
CARSO TRIESTINO
Nazione
ITALIA
Provincia
TRIESTE
Comune
Duino Aurisina / Devin Nabresina
Località
AURISINA
Dislivello
62 m
Sviluppo
144 m
Profondità
62 m
Num. ingressi
1
Pozzo di accesso
Pozzi interni
No
Artificiale/Naturale
Naturale

Altri nomi

MAGO MERLINO

Descrizione

DESCRIZIONE STORICA:  Nel gennaio del 1907 sì aperse per caso nella roccia un foro, il quale era in comunicazione con una galleria che s'internava nel monte con una rìpidissima china. Le poche persone che ordinariamente passano per quei pressi, provavano un senso di meraviglia per un insolito fenomeno che si manife­stava colà. Dalla bocca della grotta usciva per più giorni, con ca­pricciose volute, un fumo bianco e denso, che non poteva essere che vapor acqueo. Avvertiti da più parti della scoperta e del fenomeno che ad essa andava congiunto, si congetturò subito che la grotta dovesse essere profonda ed in comunicazione con qualche corso d'acqua sotterraneo. La nostra Commissione grotte dispose tosto per la visita di questa nuova cavità sotterranea, che infatti venne anche comple­tamente esplorata  in due  riprese, il 7 ed il 17 febbraio scorso. L'ingresso di essa, quasi circolare, di un diametro dì ap­pena 70 a 80 centimetri, s'apre a 172,30 metri sopra il livello del mare, al fondo di una vallecola piattiforme, profonda appena 1metro e col diametro maggiore dì non  più  di 2,50 metri. La bocca di entrata sta però a 1,20 m. sopra il suolo della prima galleria, la quale è di una larghezza massima di 10 m. e con un'altezza che varia da 2 a 4 metri. Essa s'interna nel monte in direzione Sud-Ovest, con una ripidissima china coperta a tratti, dove l'inclinazione è meno pronunciata,  da materiale detritico. Dopo una trentina di metti di percorso (vedi piano punti i-2), la galleria sì presenta ingombra da blocchi di roccia franati, fra i quali si aprono tre angustissimi fori. Quello a mano manca è il preferibile per l'esplorazione, perché il più ampio. Esso ha una larghezza di circa 1 metro e un' altezza di 80 centimetri e conduce in una seconda galleria che sì sviluppa per ben 83 metri in direzione Ovest (punti 2-7), col suolo di  un'inclinazione quasi costante di circa 35°. Le spesse e varie irregolarità del terreno, su cui s'incon­trano parecchi frammenti di stalattiti, alcuni grossi oltre un metro, incuneati nei vani sottostanti e cementati dalle incrosta­zioni calcari, offrono buon aiuto per l'investigazione della cavità sotterranea. Eccettuato un paio di lubrici passaggi, in cui per maggior precauzione è utile adoperare la fune, tutta la grotta si può visitare senza  alcun  altro attrezzo. Questa galleria, la cui larghezza va da 4.50 a 10 metri e l'altezza da 1,50 ad un massimo di 7 metri, racchiude un'intera raccolta di splendidi esemplari cristallini, di stalattiti, ìl di cui colore predominante è l'ocra oscura, mentre la tinta bianco-lattea spetta esclusivamente a quelle caratteristiche formazioni tubolari esilissìme che sono le fragili stalattiti nel loro primo sviluppo; alcune di queste furono trovate di una grossezza di appena 3 a 4 millimetri e di una lunghezza superiore talvolta ad un metro. Presso il punto 5, mezzo sepolto nel suolo, che è tutto una rovina, perché sconvolto da rottami, si trova un blocco di roccia staccatosi dalla volta, lungo 5 metri, largo 3 e grosso poco più di 1 metro e sopra il quale s'innalzano alcune brevi stalagmiti. Il materiale di franamento, nell' ultimo tratto di galleria, per il maggiore stillicidio, è ricoperto di un leggero strato concrezionato, che cementa e collega ì detriti mobili sottostanti.  Discendendo per un salto di roccia alto circa 4 metri (punto 7), si giunge in una sala quasi circolare di circa 10 metri di estensione, alta 6 metri, che farebbe supporre che qui la grotta sia al suo termine.

Invece, verso Sud, passando carpini, a grande stento, fra il materiale detritico e la volta che si ab­bassa notevolmente, si trova un'ultima caverna della lunghezza di circa 20 metri e dell' altezza massima di 6 metri, in cui, fra il materiale detritico, frammisto a fanghiglia argillosa, l'acqua di infiltrazione e quella dello stillicidio trovano   scampo per alcuni pozzetti conici assorbenti, profondi quasi un paio di metri, che stanno nella parte più bassa. La grotta così misura complessivamente uno sviluppo di 168 metri, pari, in proiezione verticali, a 136.50 m , e una pro­fondità totale di 94,60 m., cioè la sua patte più profonda giace a 77,70 m. sopra il livello marino, fatto che distrugge l'ipotesi di un incontro con qualche corso d'acqua. La temperatura dell'aria, osservata all'esterno, era, il 17 febbraio, di 17° C, mentre nella massima profondità della grotta sì avevano  13,5° C. Siccome la temperatura dell'aria nel sottosuolo è quasi costante per tutto l! anno, è naturale che nel mese di gennaio scorso — in cui appunto si avevano delle giornate eccezional­mente fredde — dovevasi manifestare alla bocca della grotta quel fenomeno curioso dell' uscita d'una colonna di fumo bianco, come da parecchi osservata, che non era altro che la conden­sazione del vapor acqueo contenuto nell'aria calda del sottosuolo, satura di umidità e più leggera di quella esterna, fredda e più pesante, che si cacciava nella cavita in parola, in proporzioni minime, tale fenomeno si manifesta, precisamente nelle giornate fredde, nella  nostra espirazione. Questa cavità carsica non è altro che una grande litoclasi, che si trova fra la compagine stratigrafica La sua origine è da ricercarsi in un probabile dislocamento degli strati calcari. L'enorme quantità di materiale franato esistente lungo tutto il percorso della grotta, che si trova precisamente nell'asse di quella estesa sinclinale, ai cui piedi sgorgano le sorgenti d'Aurisina, comprova a sufficienza la nostra ipotesi. Oggi l'ingresso della grotta, trovandosi nel Comune censuario di Aurisina-Nabresina, venne, per disposizione di quella podestaria, chiuso con una bottola in legno, ritenendo erroneamente ch'essa possa rappresentare, quale curioso fenomeno spe­leologico, una sorgente di lucro. Causa la posizione infelice, la grotta, anche facendosi dei lavori interni dispendiosi, non potrà mai attirare un grande numero dì visitatori; non si deve dimenticare quante siano le grotte di facile accesso, più estese e più belle. Oggi, chi vuole visitare questa grotta, deve prima procu­rarsi il relativo permesso da quel podestà.

DESCRIZIONE: la grotta si aperse spontaneamente nel gennaio del 1907 e sia il prolungato rotolare dei sassi che vi venivano gettati sia, soprattutto, lo strano fenomeno dei vapori che ne fuoriuscivano per qualche tempo, fecero ritenere che essa dovesse avere una rilevante profondità e giungere probabilmente al livello delle sottostanti sorgenti. L'esplorazione effettuata dalla Commissione Grotte smentì tali supposizioni, e visto che la cavità era ricca di concrezioni, il Comune di Aurisina prese in considerazione la possibilità di un suo adattamento turistico. L'ingresso venne chiuso in via provvisoria con una botola di legno, ma successivamente il progetto fu abbandonato in quanto l'onere dei lavori apparve assai rilevante e la grotta non aveva in effetti una particolare bellezza. L'ingresso si apre al margine di una pietraia ed un primo breve scivolo viene evitato girando sulla sinistra attorno ad un pilastro calcitico. L'ambiente è subito molto ampio e vi si trovano gruppi di colonne che agevolano per un tratto la discesa. A partire dall'ultima colonna è opportuno proseguire con l'aiuto di una corda, in quanto la pendenza del suolo diviene molto pronunciata. Alla base di un grande scivolo si incontra un piano detritico che chiude la galleria, lasciando soltanto un angusto passaggio, oltre a questa strozzatura la cavità continua con un corridoio, il cui declivio, dapprima accentuato, diminuisce progressivamente, è fiancheggiato sul lato destro da una lunga serie di formazioni colonnari che sorgono da poderose colate calcitiche; quando queste si esauriscono la grotta assume più ampie proporzioni e da qui si accede ad una diramazione in ripida ascesa; superando ancora un ripido gradino si giunge su di un mobilissimo ghiaione, costituito da minuti detriti, che porta ad un abbassamento della volta ed alla fine della cavità. Nel 1919 il Comune di Trieste aveva progettato un nuovo acquedotto per il rifornimento idrico della città ed una delle condotte che doveva portare l'acqua dal paese di Aurisina all'edificio dei filtri. durante lo scavo sotterraneo, lungo 660m, venne incontrata la parte superiore della diramazione che scende nella grotta e si approfittò di questo fatto per scaricarvi una grande quantità di detriti calcarei che invase ed ostruì l'ultimo tratto della sottostante galleria. Tale galleria attualmente è accessibile da una botola aperta nella tubatura, rimasta inutilizzata dopo la costruzione dell'Acquedotto Randaccio. La discesa da questa parte richiede però l'impiego di una corda, poichè il suolo è costituito da ripide colate povere di appigli.

SECONDO INGRESSO ARTIFICIALE

La condotta d'acqua che intercetta la cavità, prosegue all'interno del costone carsico con numerose prese di aereazione fino a sboccare in prossimità della strada bianca che conduce alla strada provinciale che dalla strada costiera conduce a S.Croce. La posizione dellì'ingresso a questa galleria artificiale da cui è possibile entrare nella condotta e risalire fino alla grotta soprastante ha le seguenti coordinate: Lat. 45.7446117 - Lon. 13.6675667.

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Note

1) RILIEVO COMPLETO
1) GROTTA FOSSILE
2) ESPLORAZIONE COMPLETA
2) SEMPLICE INCLINATA DISCENDENTE
3) SEGNALATA ALLA REGIONE PER FUTURA TUTELA

Rilievi

Bibliografia

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Grotta sopra le sorgenti d'Aurisina pag.  111-114

A. F., 1908, Alpi Iulie

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