Da Tarpezzo, prendere la strada asfaltata che oltrepassa il torrente e sale verso le cave. Giunti all’ingresso della cava, seguire a piedi una ripida strada forestale in direzione SW. Dopo circa un chilometro si giunge ad un bivio a V che presenta un’ampia dolina all’incrocio. Seguire per una decina di metri la stradina di destra sino a trovare dei pallini di vernice rossa disegnati sugli alberi a circa un metro e settanta dal suolo. Seguirli costeggiando la dolina; dopo pochi metri si incontra un inghiottitoio che presenta un pozzetto non percorribile sul bordo Nord. Proseguendo ancora per una ventina di metri in direzione SE, si incontra un inghiottito più profondo e ripido del precedente, che costituisce l’ingresso della grotta. Giunti alla base dell’ampio ingresso, si incontra un piccolo pozzetto non percorribile che si unisce con il pozzo principale più in basso. In direzione N scende uno stretto pozzo che dopo dapprima intransitabile, che è stato allargato di dieci centimetri per consentire il passaggio. Sotto, l’ampia base del pozzo presenta un alto mucchio di argilla, tagliata in due dalla traccia di un corso d’acqua. La grotta si sviluppa nel conglomerato. Un conglomerato minuto, con frequenti lenti di marna. Sono numerose le concrezioni attive anche se di piccole dimensioni. Dalla base del pozzo principale verso W troviamo un basso passaggio che permette di raggiungere la base di un ampio camino da cui scende un diffuso stillicidio che frequentemente assume l’aspetto di vere e proprie fontanelle. Questo camino ha un secondo collegamento più alto, con la base del pozzo principale. In direzione NE, passata una strettoia divisa in due da un masso incastrato, inizia un ramo in salita abbastanza largo ma piuttosto basso. Dopo una quindicina di metri termina con grossi massi di frana. In direzione E, si apre una fessura di larghezza non superiore ai 15 centimetri da cui scende l’acqua del ruscello. Ritornati alla base del pozzo principale, abbiamo provato a seguire il ruscello in discesa. Una prima strettoia (punto 3 della poligonale) larga oltre un metro ma bassa 30 centimetri porta ad un primo salto di due metri tra grossi massi di marna. Pochi metri più avanti, una fessura sub verticale altrettanto stretta porta su un saltino di un metro e mezzo, sotto il quale sia trova una vaschetta da erosione in marna, perfettamente circolare, di circa 35 centimetri di diametro piena d’acqua. Tre metri più avanti incontriamo una nuova strettoia impegnativa, ma questa volta per passarla tocca strisciare in una vaschetta piena d’acqua. Oltre questa ultima strettoia la condotta si allarga, probabilmente si trova la base di un nuovo camino. Lanciando un sasso oltre, si sente che compie un salto ma soprattutto, il rumore diventa rimbombante, testimonianza di un ambiente più ampio. C’è anche un flusso d’aria ben percepibile .
Ramo | Nome ramo | Profondità (m) |
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