PRCS 16735
Pozzetto degli Sfiati Stampa 

Dati generali

Numero catasto REGIONE F.V.G.
7210
Numero catasto 1- CATASTO STORICO VG
6402
Area geografica
CARSO TRIESTINO
Nazione
ITALIA
Provincia
TRIESTE
Comune
TRIESTE
Dislivello
45 m
Sviluppo
15 m
Profondità
45 m
Num. ingressi
1
Pozzo di accesso
Pozzi interni
Artificiale/Naturale
Naturale

Descrizione

Parcheggiata l'automobile nei pressi dello spazio che si trova subito prima della grotta del bosco dei pini 18 VG, si segue il sentiero principale per circa 50 metri, abbandonandolo subito dopo per seguire a sinistra una evidente traccia che si inoltra nel bosco. Si attraversa una piccola dolina e raggiungendone il bordo N.O., nei pressi di un paletto di perforazione si apre l'imbocco della cavità.

La cavità si apre con un piccolo imbocco di m 1x0,5 che scende subito verticale attraversando un deposito di rocce conglomerate. Sceso il primo salto (con l'aiuto di una corda), si passa un piccolo restringimento verticale e si arriva in una stanza di metri 2x8, alta in media 2 metri; sul lato NNW della stessa, un breve cunicolo lungo 5 metri e alto in media 0.80 metri chiude su concrezioni e depositi di argille. La prosecuzione che porta al fondo attuale si trova invece dalla parte opposta, ove scendendo ancora un piccolo salto fangoso si arriva al termine attuale della cavità a -12 metri. La grotta in questione è interessata da una intensa corrente d'aria forse legata a regimi forzati o collegamenti con le sottostanti gallerie artificiali autostradali del tratto Cattinara-Padriciano.

STORIA DELL'ESPLORAZIONE

In una depressione vicina al parcheggio antistante la grotta 18 VG, che presto prese il nome di “Dolina degli Sfiatatoi”, il primo scavo effettuato diede subito il due di picche: dopo 3 m in roccia viva terminava con una strettissima fessura di pochi cm. L’interesse destato dalle esplorazioni del sistema sottostante e dell’individuazione di ipotetici ingressi superiori, attirarono in zona anche dei simpatici “intrusi” che scavando parzialmente uno degli sfiatatoi da noi individuati, riuscirono a far arrabbiare perfino il nostro buon Giuliano e vennero gentilmente allontanati. Noi per non sbagliare iniziammo a scavare il 3° dei quattro punti soffianti e nel giro di 3 mesi di scavi raggiungemmo la quota di -14 m, tutto in roccia pura: il termine era rappresentato da un ambiente non grande ma interessato da grossi volumi d’aria. un presagio a rapide e libere vie d’accesso? Non fu così. La prima verticale incontrata fu resa agibile attraverso un semplice scavo tra lame e massi di crollo, da qui arrivammo in una saletta con massi di frana parzialmente concrezionati: continuando ci imbattemmo in una frana sempre più instabile e dovemmo battere in ritirata prima di finir schiacciati da qualche blocco di roccia. Questo era in ogni caso il punto di maggior afflusso d’aria. A questo punto cambio di strategia: si decide di reimpostare lo scavo dalla quota di -14 m, sulla seconda verticale colà presente, con meno aria ma più semplice da disostruire. Il 16 Dicembre, dopo 15 m di vuotamento e allargamento di questo pozzo, arriviamo finalmente in un ambiente verticale naturale profondo una decina di metri, il pozzo S. Nicolò. Ottimisti, pensavamo che nulla poteva fermarci verso le gallerie sottostati di Cattinara. Pochi giorni dopo ritorniamo con le scalette per scendere il pozzo ed arriva la solita grande delusione: alla quota di -40 m, la cavità continuava verticalmente tra lame e massi instabili. Eravamo oramai alla fine del 2006 e nonostante tutto continuammo a seguire l’aria di -40 m, ove tra varie difficoltà giungemmo a -50 m e l’aria invertiva la marcia, cadeva al fondo per poi risalire il pozzo S. Nicolò e volare all’esterno. Tornammo a -40 m, dove spostando altri massi si manifestò un passaggio che portava ad un camino alto 10 m: l’aria qui scendeva, poteva essere la via giusta.

Salimmo in questo camino scavando dal basso verso l’alto, scavo facile ma non fortunato  al termine del camino ci trovammo di nuovo nella saletta posta a -20 m, che per salutarci scaricò come una slot machine tutte le pietre colà presenti (da noi precedentemente ammassate) giù per il pozzo S. Nicolò. In conseguenza di queste nefande avventure, lo scavo venne abbandonato per diversi mesi, e fu ripreso in Primavera del 2007. Si riprende da circa -10, e in breve viene raggiunta una caverna di 15x8 m, con delle strane concrezioni gialle che pendono dal soffitto: sono i tubi di sondaggio della ditta Imprefond, impegnata negli assaggi profondi per lo scavo delle sottostanti gallerie. Viene ritrovata anche una punta di carotaggio, andata con ogni probabilità persa durante tali lavori. Anche in questa sala viene seguita l’aria, viene “costruito” un pozzo di 12 m immerso in una frana resa sicura con tubi e morsetti. Anche da questa zona ci si ritira, in quanto la frana diventa sempre meno consistente fino a tramutarsi in ghiaia.

GLI SCAVI SONO STATI ABBANDONATI.

Leggi tutto

Note

1) SEGNALATE PROSECUZIONI

Pozzi

Ramo Nome ramo Profondità (m)
- 8
- 28
- 5

Rilievi

Grotte nelle vicinanze

GROTTA NEL BOSCO DEI PINI

RG 16 /VG18
Distanza 0.08 km

GROTTA PRESSO LA 18VG

RG 7084 /VG6365
Distanza 0.16 km

GROTTA 2° NELLA CANNA TRIESTE

RG 6803 /VG6303
Distanza 0.18 km