DESRIZIONE STORICA: Scheda d'armo L' orifizio di questo abisso giace sull'orlo di una valleccola piantata a vignetto, circa 80 passi a destra della strada che conduce da Basovizza a Gropada. Grossi massi ne chiudono l'ingresso eh' è di forma elittica allungata. Tra i massi stessi cresce un albero che potrà avere un' età di circa cinquant' anni. Altro albero più giovane dovette essere da noi sradicato onde aprire una breccia per il passaggio delle scale Se la discesa è comodissima, cadendo le scale perfettamente a perpendicolo, non è però leggera, ma richiede grande fatica. Una piccola nicchia alla quale si accede facilmente dalle scale, che in quel punto distailo dalla parete un mezzo metro, offre riparo e riposo a circa una ventina di metri dal fondo. La larghezza del pozzo è quasi circa 5 metri. Le pareti in quasi tutta L'estensione dell' abisso sono rivestite da un leggiero strato di argilla rossa, che proviene con tutta probabilità dal campo che trovasi a fianco della grotta. Il fondo è formato da detrito e non presenta nulla di particolare. Una leggerissima corrente d'aria si manifestà nel punto più basso della grotta dove il detrito tocca la parete. Questa corrente d' aria potrebbe attribuirsi alla recente apertura dell' ingresso del pozzo, che prima era per cosi dire ermeticamente otturato. La roccia è costituita da calcare fetido. Assoluta mancanza di formazione stalattitica e stalammitica è la caratteristica di questo pozzo. La stratificazione della roccia si presenta orizzontale e le pareti in molti punti e specialmente presso il fondo sono striate verticalmente. In vicinanza di questo abisso trovasi in direzione verso mezzogiorno l'abisso N. 23 VG nel mentre in direzione nord a circa 200 passi s'apre quello segnato col N.137 VG
ACCESSO: la cavità si trova sulla strada che porta dal cimitero di Basovizza verso Gropada. Dopo aver percorso circa un chilometro, sulla destra c'è la dolina, distinguibile perchè per accedervi bisogna superare un cancello, in cui si apre la cavità. DESCRIZIONE: l'Abisso di Basovizza venne esplorato per la prima volta nel 1899. La sua profondità è di 91m complessivi e scende verticalmente da uno stretto ingresso, incontrando due brevi ripiani. Al fondo c'è una sala lunga 15m con il suolo ricoperto completamente da detriti. AGGIORNAMENTO del 1972: durante un'esplorazione effettuata da alcuni soci del Club Alpinistico Triestino è stato osservato con curiosità un terrazzino a 34m dal pozzo di accesso, profondo 80m, ed è stato raggiunto, tramite un pendolo, permettendo di scoprire la continuazione del vecchio abisso. Il ramo nuovo consta, oltre al terrazzino, di una galleria lunga cinque metri, al termine della quale si apre un pozzo di 51m, con belle incrostazioni calcitiche nella parte iniziale, mentre verso il basso appaiono, evidenti, alcune tipiche forme erosive. Sul fondo un piccolo orifizio conduce ad un altro pozzetto di circa 7m, giungendo ad una profondità complessiva di 91.6m. Lame d'erosione ed il pietrame mobile di questa parte terminale dell'abisso possono essere pericolosi per gli speleologi.