Descrizione storica (Alpi Giulie Ano 4 n. 4 1899)
Percorrendo circa un centinaio di metri, dal sito dove la linea ferroviaria taglia la strada maestra Opicina-Cesiana, e dirigendosi verso quest' ultimo villaggio, a mano sinistra, in prossimità della strada stessa trovasi questo pozzo, il quale abbenchè profondo appena 8,5 m. ha un interesse speciale per gli strani e caratteristici fenomeni che si riscontrano in esso durante l'epoca delle pioggie torrenziali. Non sono dicerie, né tradizioni, né leggende, ma fatti accertati. Nei tempi di forti pioggie si odono da questo foro rumori chiari e distinti di un corso d'acqua sotterraneo e nello istesso tempo si osserva lo sprigionarsi di forti correnti d'aria. L'orifizio di questo pozzo si aperse improvvisamente nell'anno 1894. Presso di esso si trovano altre fessure strettissime, dalle quali pure si odono rumori e sì sprigionano correnti d' aria nelle epoche delle pioggie. Il pozzo in parola venne visitato più volte dalla nostra Società e si tentò invano trovare qualche via che conducesse a maggior profondità, ciò che si potrebbe fare qualora i mezzi purtroppo non difettassero. Il giorno 8 dicembre 1897 il nostro consocio signor Umberto Sotto Corona prendeva di esso gli esatti rilievi, ispezionagli nella sede sociale
Premessa
Dopo l’ingresso in un ramo principale del fiume Timavo avvenuto nel 1999 alla grotta “Lazzaro Jerko, 158 anni successivi alla scoperta di Trebiciano, la Commissione Grotte “E.Boegan” di Trieste ha ripreso le ricerche ipogee per raggiungere nuovamente il fiume in profondità. Tali ricerche si sono concentrate dal 2006, sulla cavità denominata “Pozzo presso il Casello ferroviario di Fernetti” 87 VG-104 RE, uno dei punti naturali già segnalati nell‘800 dal parte di ricercatori (Schmidl, 1851) e grottisti (Club Touristi Triestini, Commissione Grotte) in quanto emittenti forti flussi d’aria nel corso delle “piene” sotterranee del fiume. Onerosi e lunghi lavori di scavo sono stati necessari per portare gli esploratori “senior” della CGEB a raggiungere la quota -260 m, ove un pertugio attende di essere allargato per permettere di proseguire.
Diversi eventi di piena in questi anni sono stati registrati e documentati, confermando senza dubbio che la cavità è in diretto contatto con il fiume ipogeo.
Primo rilievo, Umberto Sottocorona, S.A.G., 8 dic. 1897, revisionato da Dario Marini nella seconda metà dell’altro secolo. Il rilievo attuale, è stato via via assunto e curato da vari soci della Commissione Grotte che sarebbe troppo lungo elencare; la resa informatizzata della spaccato è dovuta a Roberto Prelli; le poligonali con il DistoX sono state assunte da Gianni Cergol, Cristina Michieli, Spartaco Savio, Vincenzo Caruso.
Note esplorative
87 VG. Inserita in Catasto nel 1897 con il nome di Pozzo presso il casello ferroviario di Fernetti, era un pozzetto di 8 metri e mezzo, noto già dal 1851 per essere uno dei siti soffianti durante le piene del Timavo.
Nel 2006 veniva iniziata una campagna di scavi che avevano portato ad un primo fondo a -85 metri (Ramo Sud). Due anni dopo, nella grotta prove con l’aria forzata avevano indotto a seguire una nuova via (Ramo Nord) che da –47 portava a –95. Al termine di un ulteriore biennio, siamo nel dicembre 2011, seguendo le perfide correnti d’aria, gli scavi si erano spostati nuovamente e da –47 si era giunti ad un’infima strettoia a –70 (un secondo Ramo Sud); in dicembre l’aria di una piena si era fatta sentire sia dal fondo di –70 che da quota –95 del Ramo Nord.
Da allora alcuni mesi per scavare, usando Makita e cunei, un cunicolo intervallato da due pozzetti di pochi metri conduce ad un pozzo impostato su frattura. Superati i cento metri di profondità la grotta si apriva con venti metri di stretti ed erosi pozzi. A –120 stoppa di nuovo in un anfratto in cui un’abbondante acqua di stillicidio si perde in fratture centimetriche.
E’ seguito un anno di lavoro per scavare un cunicolo sboccante su di uno stretto P.6 da cui parte una fessura alta un paio di metri ma larga 10 centimetri. Una decina di uscite sono state sufficienti ad averne ragione e a raggiungere, dopo alcuni metri, un incrocio di fratture verticali in cui la pietra cadeva per qualche metro: costruitovi un P.4, veniva aperto un cunicolo di sette metri che dopo un P.3 ci faceva ritrovare una frattura verticale, probabile prosecuzione di quella lasciata poco sopra.
Poi, siamo giunti al gennaio 2012, a –140 un breve passaggio un po’ angusto porta ad un P.8, scampanato, che ci fa entrare in una grotta non speleocostruita. Ad un metro e mezzo dal suo fondo una piccola piena del Timavo ci indica la fessura da trasformare in un cunicolo di tre metri: oltre c’è la partenza di un ampio P. 38, talmente battuto dall’acqua di stillicidio che non si sentono le pietre che vi cadono durante i lavori di allargamento. Alla sua fine una serie di pozzi e di cunicoli portano a -260, dove uno stretto passaggio attende di essere allargato.
Attualmente il ramo principale della cavità è attrezzato con scale fisse di ferro; su quelli più profondi una corda permette di scendere aiutandosi con il discensore e di risalire assicurati con un autobloccante
Sequenza delle verticali
Dalla botola d’ingresso una prima rampa di scale (10 metri) porta ad uno stretto ripiano in nicchia da cui si prosegue per altri sei sino ad un ripiano da cui la cavità prosegue con uno stretto pozzo profondo tre metri. Alla sua base s’apre una frattura (80 x 150) che sprofonda in un pozzo di 27 metri che si scende soltanto per i primi 24 ove un breve passaggio porta ai successiv1 P.4 e P-11 impostati su una non troppo larga frattura. Al suo termine – siamo giunti a quota -60 – segue una breve serie di pozzi armati con vari spezzoni di scale (5, 3, 6, 5, 3) sino ad uno stretto pianerottolo (quota -82). La cavità prosegue, sempre verticale, con un P.13 (rampe di scale di m 8, 2, 3), un breve cunicolo, un altro P.3, un ulteriore cunicolo, un P. 1,5 ed un P.20 intervallato da esili cenge (scale in ferro di m 8, 3, 5, 4) giungendo così a quota -120.
La grotta continua con un breve cunicolo in discesa, un angusto P. 5, pochi metri di stretto meandro, un P.3, un breve e basso cunicolo, un ulteriore P. 3 ed una stretta ed alta fessura verticale (di cui non si distingue la sommità) alla cui fine si trovano un saltino di due metri (corda con nodi per aiutare la risalita), un ennesimo cunicolo (quota -140), brevi passaggi in discesa non attrezzati ed un bel, ampio, pozzo profondo 8 metri. Nello slargo alla sua base, quota -150, un cunicolo di tre metri sbocca nella verticale maggiore di tutta la grotta: il Pozzo Bagnato, profondo 38 metri (due rampe di scale: 11 e 30 metri), ampio baratro solitamente battuto da un cospicuo stillicidio.
Il seguito della cavità è dato da altri piccoli pozzi (metri 6, 8, 4) sino ad un ampio P. 22 alla cui base sembra esaurirsi la verticalità della grotta. Da questo punto (quota -232) inizia la serie di bassi e disagevoli cunicoli che caratterizzano questo tratto della cavità: una cinquantina di metri di strisciamenti intervallati da un paio di piccoli salti (1,5 e 2 metri). Allo sbocco del cunicolo (quota -240) s’apre un ampio P. 8 cui seguono un P. 4, un breve cunicolo, due saltini di pochi metri e quindi una frattura discendente da aprire.
Ad oggi 22 ottobre 2024 la grotta con lungo lavoro di disostruzine ha raggiunto la profondità di - 261,00 mt ed i lavori sono ancora in corso da parte della C.G.E.B..
1) GROTTA FOSSILE |
1) RILIEVO IN COMPUTER |
2) GROTTA AD ANDAMENTO VERTICALE |
2) PROSECUZIONI POSSIBILI |
3) CHIUSA: CHIAVI PRESSO SOCIETA' ALPINA DELLE GIULIE |
4) IN ESPLORAZIONE |
7) ARRIVI D'ACQUA DA DOLINA |
8) ACQUE DI FONDO OCCASIONALI |
Ramo | Nome ramo | Profondità (m) |
---|---|---|
primo ramo | 10 | |
primo ramo | 27 | |
ramo principale | 15 | |
ramo principale | 22 | |
ramo principale | 16 | |
ramo principale | 40 | |
pozzo bagnato | 38 | |
cunicoli | 18 | |
ramo principale | 22 | |
pozzetto fondo | 8 | |
pozzetto fondo | 4 |
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BONE B. N., 2013, Campagna di scavi nella 87 VG, alias grotta presso il casello ferroviario di Fernetti.(7a puntata) Progressione 59: 19-22, Trieste ott. 2013 |
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